Pier Paolo Pasolini e André Weckmann, strano incontro…Eppure l’idea di riunirli per una sera non è così assurda come potrebbe apparire.
Certamente sono contemporanei (Pasolini nacque nel 1922 e Weckmann nel 1924) ma non baste per spiegare il desiderio di farli dialogare. Il tema della lingua è al centro della loro lotta.
« wann em poet sini sproch sterbt, eschs wiewann’m de liib ufgschlanzt wurd » « Quando il poeta muore/è come se gli spaccassero il corpo» ha scritto Weckmann. Ma anche « Il dialetto è stato per molto tempo il nostro silenzio. Il dialetto è ora la PAROLA»
« Il volgar’eloquio: amalo » gli risponde Pasolini
Bisogna leggerli, ascoltarli: coinvolti entrambi nella tragedia dell’Europa e del mondo, confrontati al sorgere dei totalitarismi, testimoni dell’esplosione della società dei consumi, si impegnano e si battono «in quanto poeti delle cose e del popolo» senza menzogne, senza concessioni. La loro arma è la poesia
Weckmann le consacrerà tutta la sua vita fino al suo ultimo soffio, il 29 luglio 2012
Assassinato il 2 novembre 1975, cinquant’anni fa, Pasolini l’ha pagato con la sua
Nel quadro della «Settimana della Lingua Italiana nel Mondo»
Con il sostegno del Comune di Strasburgo, la CEA, la Regione Grand Est, la DRAC, l’Istituto Italiano di Cultura e l’OLCA.
Fotografia: Bibliothèques idéales