Ingresso gratuito nel limite dei posti disponibili – pregasi prenotarsi
In collaborazione con l’Odyssée – nell’ambito della 20a edizione delle Rencontres du Cinéma Italien
Cosa dicono … a proposito dell’album Gynaeceum …..Ancora una volta protagoniste dell’immaginario creativo di Armando Battiston, particolarmente legato alla figura di Cassandra con cui si identifica, sono le donne. Donne vere, incontrate nel corso della vita, figure storiche o di spicco nella società, o donne evocate da altri autori (come l’amato Kurt Weill). Più che ritratti sono dediche, che vanno a comporre un mosaico femminile molto variegato, criptato attraverso rielaborazioni musicali. Quella per le donne, da parte di Battiston, è una fascinazione irresistibile, sprigionata da erotismo e sensualità, un’attrazione fatale per quello straordinario connubio tra fragilità e forza, che le rende uniche.
Ma c’è spazio anche per l’amicizia e la stima per donne speciali come Manuela o Suska. Altre storie rimangono nascoste tra le note. Le emozioni ci sono, ma non sono regalate, bisogna faticare per trovarle, quasi in una caccia al tesoro, dove l’intimità più profonda dell’artista è racchiusa in percorso musicale sapienziale, specchio di un percorso di vita.
C’è la donna vissuta e un po’ sciupata dalla vita come la Sophisticated Lady di Duke Ellington, ma c’è anche un omaggio a donne che sono emerse nella storia e nell’attualità per il coraggio di esprimere le proprie idee, di andare controcorrente e soprattutto di non sottomettersi al potere di qualsiasi genere, sia esso politico/religioso, o culturale/sociale come il patriarcato (come vediamo in Ipazia, filosofa e scienziata vissuta ad Alessandria d’Egitto tra il IV e il V secolo, vittima del fanatismo religioso, o in Blues for Sampat Pal, attivista e scrittrice indiana, impegnata nel suo paese nella lotta per la conquista dei diritti per le donne).
Battiston parte da piccoli frammenti e li rielabora sviluppandoli seguendo un percorso logico emozionale, ma lasciando che la regina sia lei: l’improvvisazione. E attraverso essa l’artista non rinuncia neanche in questa occasione a farsi espressione dell’inquietudine e della drammaticità della contemporaneità, partendo da quella inquietudine interiore che gli è propria e che plasma il suo stesso modo di suonare.
Alla varietà delle figure femminili corrisponde una varietà di linguaggi musicali che vanno dal lirismo di brani come Manuela al free jazz più sperimentale di Ipazia, dove il musicista percuote e strofina le corde del pianoforte con le spazzole alla ricerca di effetti particolari.
L’album non ha editing, né sovra incisioni. Insomma è un incontro senza filtri con Armando Battiston al pianoforte, alla fisarmonica, al sintetizzatore e al clone Hammond. Clelia Delponte