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Michela Murgia a Strasburgo ci parla di Grazia Deledda

Quella volta che incontrai… Gli scrittori di oggi raccontano i maestri di ieri è l’occasione per quei giovani, divenuti a loro volta maestri, di raccontare i propri inizi, di rendere omaggio a chi – nei modi più diversi – ha influenzato o scandito la loro carriera.

Michela Murgia accompagna il pubblico di Strasburgo alla scoperta della sua conterranea e concittadina Grazia Deledda, alla quale la lega un’affinità di panorami culturali, linguistici e di impegno nel raccontare la società del proprio tempo.

Unica italiana insignita del Premio Nobel per la letteratura (1926) e ingiustamente accusata di agnosticismo politico per non aver preso posizione contro il fascismo, per molto tempo Grazia Deledda non è stata pienamente riconosciuta e accettata dalla critica italiana. Racconta Michela Murgia: “È stata a lungo percepita come un’anomalia dissonante, una specie di Nobel sbagliato”. E continua: “il postino lo stava portando a Pirandello, ma poi si è confuso, ed è finito in un’altra isola, in Sardegna, per darlo alla Deledda che non c’entrava nulla. Questa è più o meno la lettura ipersemplificata che la critica italiana ha sempre dato di questa scrittrice”. La quale invece ha scritto opere che, seppure poco confrontabili con la letteratura italiana dell’epoca, Michela Murgia considera sulla stessa lunghezza d’onda della narrativa europea: “Canne al vento e Cime tempestose sono due libri del tutto analoghi, per linguaggio, per trama, per temi, per visione”.

Ecco allora che il titolo del ciclo di appuntamenti Quella volta che incontrai… Gli scrittori di oggi raccontano i maestri di ieri per Michela Murgia significa ricordare lo spessore e l’importanza di Grazia Deledda per la letteratura italiana e non solo, ripercorrendo le tracce di un’affinità profonda: “non è stata studiata bene, era una scrittrice straniera, divenne bilingue solo dopo i vent’anni. Anche per questo forse mi è cara: io oggi ho un bilinguismo pacificato mentre lei dovette lottare per guadagnarsi una lingua che le permettesse di raccontare il suo mondo.” Una realtà diversa ieri come oggi, che ha bisogno di spiriti e linguaggi affini per essere comunicata: “È stata un’emigrante insieme al mondo dal quale proveniva, è riuscita a gettare un ponte fra la cultura italiana e quella sarda che è un ponte sul quale anch’io oggi cammino, insieme a tutti gli scrittori sardi”.
(Ex-libris Comunicazione)

Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972. Nel 2006 ha pubblicato Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato nel 2008 Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede, nel 2009 il romanzo Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010, nel 2011 Ave Mary (ripubblicato nei Super ET nel 2012), nel 2012 Presente (con Andrea Bajani, Paolo Nori e Giorgio Vasta) e L’incontro. È fra gli autori dell’antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014, con Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu e Paola Soriga), i cui proventi sono stati destinati alla comunità di Bitti, un paese gravemente danneggiato dall’alluvione. Sempre per Einaudi ha pubblicato il romanzo Chirù (2015) e Futuro interiore (2016)
Fonte: sito Einaudi.

  • Organizzato da: IIC Strasburgo
  • In collaborazione con: Ex Libris Comunicazione, Libreria Internazionale K